Da quando l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 è entrata nelle nostre vite, si parla sempre di più di sanificazione, un’operazione diversa sia dalla pulizia, sia dalla disinfezione. Sono diversi gli ambienti dove viene effettuata la sanificazione e tra questi rientrano i negozi. Se vuoi scoprire se, nel caso appena specificato, si tratta di un’operazione obbligatoria, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare tante informazioni preziose.
Sanificazione dei negozi: come e quando farla
La sanificazione di un negozio – operazione per la quale è bene affidarsi a realtà specializzate come Dittapulizieroma.com – dovrebbe essere effettuata seguendo le indicazioni del Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità “Raccomandazione ad interim sulla sanificazione di strutture sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento”.
In questo documento si sottolinea, per esempio, l’importanza di sanificare quotidianamente ambienti come i negozi di abbigliamento. Si tratta infatti di aree interessate da un importante afflusso di pubblico.
Entrando nel vivo delle raccomandazioni da considerare quando si mette in atto questa operazione, è il caso di ricordare che, come rammentato sempre dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, il trattamento di sanificazione deve essere compatibile con le caratteristiche dei materiali e dei tessuti. Inoltre, deve essere rapido e garantire efficacia in tempi brevi.
Un altro aspetto di cui è bene tenere conto è la penetrazione. Dagli esperti ISS quest’ultimo aspetto viene definito come la capacità di raggiungere il materiale trattato a prescindere dai materiali, dallo spessore degli stessi, dalle cuciture.
Da non dimenticare è anche la sicurezza dell’operatore che effettua la sanificazione e della protezione dell’ambiente circostante. Si potrebbe andare avanti ancora molto a parlare delle raccomandazioni da seguire quando si parla di sanificazione dei negozi! Tra gli aspetti degni di nota rientra il fatto di non trattare con disinfettanti chimici i materiali tessili. In generale, questo approccio non è consigliato. Come in tutti i casi, anche in questo esiste un’eccezione, ossia i tessuti che possono essere lavati in lavatrice a una temperatura di almeno 60°C.
Un ulteriore punto che vale un approfondimento riguarda il trattamento con il calore secco, approccio utilizzato per la sanificazione delle mascherine chirurgiche. Il vantaggio di questo trattamento, che viene impiegato anche nella filiera produttiva dei tessuti, riguarda la possibilità, per chi esercita l’attività professionale dietro al negozio, di effettuare personalmente le operazioni di sanificazioni.
In questo frangente, infatti, basta utilizzare dei vaporizzatori portatili. Al netto di questa oggettiva comodità, ci sono degli aspetti che possono essere visti come dei contro. Tra questi, rientra l’impossibilità di parlare di tempistiche specifiche per quanto riguarda l’utilizzo degli strumenti sopra citati. Da non dimenticare è ovviamente il fatto di ventilare a lungo i locali dove è stata effettuata l’operazione di sanificazione con i vaporizzatori. In questo modo, si minimizza il rischio di contaminazione dell’operatore attraverso agenti presenti sui tessuti trattati.
Cosa dire invece della sanificazione con radiazioni UV? Prima di tutto che l’utilizzo di lampade germicide è frequente da anni e che, dati scientifici alla mano, sono in grado di debellare il virus dell’influenza A. Per quanto riguarda il SARS-CoV-2, è doveroso soffermarsi su alcuni contro, come per esempio la scarsa penetrazione. Nel caso dei tessuti, il rischio è quello di non raggiungere il virus. Inoltre, bisogna tenere conto di un costo non indifferente e della necessità di sostituzione una volta trascorse le 8.000 ore di utilizzo.
Concludiamo facendo presente che, utilizzando questo trattamento di sanificazione fisica sui materiali tessili, sussiste il rischio di degradare le cromie, soprattutto le tinte meno solide.