Il disturbo ossessivo compulsivo, conosciuto anche con la sigla DOC, è una condizione molto diffusa. Si tratta di un disturbo mentale che, come dice il nome stesso, si contraddistingue per l’insorgenza di ossessioni e compulsioni frutto di preoccupazioni eccessive e quasi sempre immotivate in merito a diversi aspetti della vita. In primo piano, si trova la paura di avere a che fare con rischi importanti per la propria salute o, addirittura, con la possibile compromissione della propria incolumità fisica.
Differenza tra ossessioni e compulsioni
Abbiamo appena nominato le ossessioni e le compulsioni, due manifestazioni tipiche del disturbo a cui stiamo dedicando queste righe. Comprenderne la differenza è fondamentale se si ha intenzione di comprendere a fondo le caratteristiche del DOC. Nel caso delle ossessioni, si ha a che fare con emozioni che risultano fortemente sgradevoli per chi le vive in prima persona. Nell’elenco è possibile citare l’ansia, ma anche il senso di colpa per il fatto di lasciarsi dominare dai problemi.
Quando si parla delle compulsioni, si inquadrano invece degli atteggiamenti con peculiarità rituali che vedono il soggetto interessato dal problema fare di tutto per riuscire, attraverso il controllo continuo, a evitare i problemi di cui ha paura. Giusto per fare un esempio, rammentiamo i casi in cui ci si lava diverse volte nel corso della giornata senza effettivo bisogno di migliorare l’igiene del corpo.
Sotto al cappello delle compulsioni è possibile includere anche la tendenza a pulire diverse volte gli stessi spazi in assenza di necessità concreta.
Le compulsioni, come già accennato, hanno carattere rituale e, nella maggior parte dei casi, vengono viste come bizzarre da parte dei soggetti che non hanno consapevolezza del disturbo della persona. Questo può portare chi vive il disturbo a sentirsi profondamente a disagio mentre si trova in contesti sociali.
DOC: le diverse tipologie
Per amor di precisione, bisognerebbe parlare di disturbi ossessivi compulsivi al plurale. La problematica a cui stiamo dedicando questo articolo vede infatti in primo piano diverse tipologie. La più comune è indubbiamente quella in cui il soggetto ha un timore eccessivo dello sporco o dell’azione di possibili sostanze contaminanti sulla sua salute o su quella delle persone con cui ha a che fare.
Un’altra tipologia di disturbo ossessivo compulsivo vede al centro dell’attenzione la paura di arrecare danni a se stessi o agli altri. Da non dimenticare è altresì la forma di DOC in cui si ha un timore altissimo di perdere il controllo di sé e di lasciarsi andare ad atti di autolesionismo.
Un altro caso degno di nota, spesso al centro di facili e inadeguate ironie, è quello che riguarda l’ossessione e la conseguente compulsione per l’ordine.
Il trattamento
Come si tratta il disturbo ossessivo compulsivo? Uno degli approcci considerati oggi più efficaci è quello cognitivo – comportamentale (chi vuole può anche rivolgersi a uno psicologo online dato che, dati scientifici alla mano, la terapia portata avanti con canali telematici non ha nulla da invidiare per quanto riguarda l’efficacia a quella dal vivo).
L’orientamento cognitivo – comportamentale, che si è guadagnato molti favori nella comunità scientifica e tra gli utenti finali per via della sua capacità di garantire effetti in poco tempo, lavora su schemi di pensiero errati del paziente, cercando di scardinare il loro collegamento con i comportamenti quotidiani e di aiutare chi segue la terapia a costruire una nuova routine all’insegna della funzionalità.
Si può intervenire anche farmacologicamente? Assolutamente sì! La strada in questione non può essere chiaramente praticata dallo psicoterapeuta. L’unica eccezione riguarda il professionista che, dopo la laurea in medicina, ha conseguito una specializzazione quadriennale in psicoterapia.
Per quel che concerne i medicinali che vengono chiamati in causa più spesso, troviamo gli SSRI, altrimenti noti come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.